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Arriviamo a Montalcino la mattina di un sabato d’inverno, freddo, ma baciato dal sole e da un bel cielo azzurro. Il borgo si erge sopra un colle preceduto da campi coltivati, ulivi e vigneti che si estendono a perdita d’occhio. Siamo nella terra del vino buono, il più famoso è probabilmente il rosso Brunello di Montalcino, un vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Siamo a pochi passi da Siena, dalla Val d’Orcia e dai suoi suggestivi borghi.
La nostra visita a Montalcino
Parcheggiamo vicino al centro storico, appena fuori dalle mura cittadine e ci incamminiamo lungo la centrale Via Matteotti. Il borgo è infatti circondato da quattro chilometri di mura medievali, in cui si alternano torrioni e porte ben conservate.
Nel centro storico le enoteche si alternano alle botteghe che vendono prodotti tipici e ai negozi che vendono souvenir della zona, ovunque il vino è protagonista, sulle calamite, sui gadget, qui diventa persino un gusto del gelato.
Presto incontriamo il Palazzo dei Priori, l’attuale sede del Comune di Montalcino, caratterizzato dalla loggia gotica, dall’alta torre e dagli stemmi in marmo dei podestà. Davanti all’edificio si apre la Piazza del Popolo, il cuore del centro storico.
Ci incamminiamo quindi per raggiungere la Rocca costruita in posizione elevata nel 1361 quando Montalcino passò sotto il dominio di Siena. L’ingresso nel cortile interno è gratuito, mentre è a pagamento la salita sul camminamento che permette di godere di un bellissimo panorama sulle colline circostanti. Proprio qui si tiene in estate il famoso Jazz & Wine Festival.
La Concattedrale del Santissimo Salvatore è il Duomo di Montalcino, risalente alla prima metà del XIX secolo, quando fu eretto in stile neoclassico dove sorgeva la vecchia Pieve di San Salvatore.
La Chiesa di Sant’Egidio presenta una facciata in pietra in stile romanico e l’interno a una sola navata. Fu la chiesa ufficiale della Repubblica di Siena a Montalcino e sulla facciata si può osservare infatti la balzana di Siena, ovvero lo stemma costituito da uno scudo gotico diviso orizzontalmente in due parti, nei colori argento e nero.
La Chiesa di Sant’Agostino, in stile romanico, risale al XIV secolo. La particolarità della sua facciata risiede nel fatto che appare divisa orizzontalmente in due parti: la parte superiore è stata restaurata con l’inserimento del rosone. Sul lato sinistro della chiesa si trovano i chiostri cinquecenteschi costituiti dai locali monastici.
La Chiesa del Corpus Domini fu fondata nel XIII secolo dove sorgeva lo spedale di San Cristoforo, soppresso nel 1510.
Per il pranzo decidiamo di fermarci alla Taverna di Baietto dove troviamo un ricco menù a base di piatti tipici. Siamo tentati dallo scegliere un grande tagliere misto per due, ma alla fine optiamo per un singolo tagliere da dividere come antipasto, composto da salumi e formaggi locali.
Come primo piatto scegliamo entrambi i pici conditi con ragù di cinta senese, una razza suina allevata in questa zona della Toscana. I pici sono un formato di pasta tipico della cucina senese che somiglia a dei grossi spaghetti che vengono fatti a mano, di qui la forma e spessore irregolari, a base di acqua, farina e sale. Come vino ovviamente un rosso di Montalcino che proviene dall’antistante Enoteca di Piazza dove ci spostiamo alla fine del pranzo per acquistare dell’ottimo vino da portare a casa.
A pochi chilometri di distanza troviamo due famosissime località della Val d’Orcia che ti consiglio di non perdere: Pienza e Bagno Vignoni. Ti piace esplorare borghi della tua regione? Sei curioso di assaggiare prodotti locali? Quale è la specialità della tua zona che ti piace di più? Fammelo sapere nei commenti!