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Al termine di un lungo tour che ci ha portato attraverso la Thailandia del Nord e la Cambogia (leggi la nostra esperienza sul lago Tonle Sap e tra i templi di Angkor Ta Prohm, 1 tempio nella giungla ) abbiamo fatto una tappa anche a Phnom Penh. Questa è la capitale dello stato cambogiano, dove purtroppo abbiamo avuto pochissimo tempo a disposizione, tra il volo proveniente da Siem Reap e quello in partenza per l’Italia.

Abbiamo cercato di sfruttare al massimo le poche ore a nostra disposizione, accompagnati da una guida d’eccezione che ricordo con affetto, Claudio Bussolino, un italiano emigrato in Cambogia, appassionato e attento esploratore dell’Indocina.

Il Palazzo Reale di Phnom Penh

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Una delle principali attrazioni turistiche di Phnom Penh, la capitale della Cambogia, è il Palazzo Reale, che a primo impatto richiama quello thailandese di Bangkok, dal quale in realtà si differenzia molto a partire dalle dimensioni: il primo occupa un’area di 22 ettari, il secondo di 6 ettari.

Il Palazzo Reale consiste in una serie di edifici risalenti al 1860 e circondati da giardini e ampi cortili, ciascuno aventi funzioni diverse. Bisogna considerare che una gran parte del complesso non è visitabile in quanto vi abita ancora la famiglia reale cambogiana.

Abbiamo visitato proprio il Palazzo Reale come nostra prima meta in città. Importante tenere a mente che non si può girare con le spalle scoperte…cosa che purtroppo io non sapevo e ho indossato una felpa di lana sopra alla canottiera, essendo l’unica maglia a maniche lunghe che avevo con me!

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La sala del trono

La sala del trono è uno degli edifici più sorprendenti del complesso del Palazzo! Ha un’altezza importante, di ben 59 metri ed è ancora in uso oggi per gli atti ufficiali e gli incontri diplomatici. La costruzione originale in legno fu demolita nel 1915, mentre quella attuale che possiamo vedere oggi risale al 1919. La costruzione si ispira al Bayon di Angkor. All’interno si possono ammirare 3 troni oltre a sculture e busti dei re cambogiani.

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Il Padiglione di luna

Anche il Pavilion Chanchhaya fu originariamente costruito in legno e successivamente demolito e ricostruito nell’anno 1914. Soprannominato il Padiglione di luna, è facilmente riconoscibile per l’immagine del re di Cambogia che viene esposta all’esterno dell’edificio. Si tratta del luogo scelto dal re per fare discorsi al popolo o per assistere alle sfilate per le vie della capitale.

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Il complesso monumentale del Palazzo Reale di Phnom Penh

La Pagoda d’Argento

Il complesso della Pagoda d’Argento è a sua volta composto da diversi edifici, statue, stupa e giardini. La celeberrima pagoda deve il suo soprannome alle 5000 piastrelle d’argento che ne ricoprono il pavimento. Sono degni di nota anche il Buddha d’oro a grandezza naturale ricoperto di diamanti, il Buddha di Smeraldo fatto in cristallo di Baccarat, insieme a tutte le statuette in oro che raccontano la vita e le vicissitudini del Buddha. Davvero bellissimo.

Ps: La scala che sale alla pagoda è di marmo italiano di Carrara.

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Il Museo Nazionale della Cambogia

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Il Museo Nazionale di Phnom Penh

Ci siamo infine spostati al Museo Nazionale, contenuto all’interno di un bell’edificio in mattoni preceduto da un giardino curato e stagni artificiali, risalente agli anni Venti del Novecento. Questo ospita una enorme collezione di antiche sculture khmer, in pietra, in bronzo e in altri materiali…una visita davvero interessante che permette di spaziare nella storia della Cambogia attraverso la sua arte.

Purtroppo il nostro tempo a disposizione in questa città è terminato in fretta…giusto il tempo di uno scalo tra un volo e l’altro! Sono comunque contenta che abbiamo avuto modo di vedere una piccola parte di quella che era definita la “Parigi d’Oriente”…magari vedremo anche il resto in un altro viaggio!

Hai mai visitato il Sud Est Asiatico? Quale Paese ti affascina di più? Fammelo sapere nei commenti!

Author

Nata a Pisa nel 1990, nella stessa città mi sono laureata in Studi Internazionali e attualmente vivo, lavoro e ho sposato Dario. Amo i giochi da tavolo con gli amici, leggere, scrivere, cucinare piatti etnici, oltre che viaggiare, vicino e lontano: la mia più grande passione.

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