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Le Icons di Steve McCurry sono in mostra agli Arsenali Repubblicani di Pisa fino al 7 aprile 2024!
Oltre 90 capolavori del grande fotografo statunitense strutturati in ritratti, reportage di viaggio, immagini dal fronte di guerra, un percorso fotografico, emotivo, di viaggio, a cura di Biba Giacchetti con il Team Mostre di Sudest57, una mostra organizzata da ARTIKA con il patrocinio del Comune di Pisa.
Qui puoi acquistare i biglietti per visitare la mostra fotografica Icons presso gli Arsenali Repubblicani di Pisa
Indice dei contenuti
La mostra fotografica Icons di Steve McCurry
Hai ancora un po’ di tempo per andare a visitare questa mostra di Steve McCurry che, personalmente, mi è piaciuta davvero tanto…e già le aspettative che avevo erano alte! Essendomi imbattuta in più occasioni nelle immagini del grande fotografo statunitense, online, in tv, sulle riviste, mai avrei immaginato che vedere dal vivo le sue fotografie mi avrebbe trasmesso così tante emozioni.
Per questo motivo ho trovato che il titolo assegnato all’esposizione fosse davvero appropriato, una camminata da un’icona all’altra, da un Paese all’altro, per un viaggio fotografico che mi ha portato dall’India al Pakistan, dall’Afghanistan al Giappone, dalla Mongolia alla Papua Nuova Guinea.
Un viaggio nel tempo, oltre che nello spazio, dal momento che parliamo di immagini scattate in decenni molto diversi da parte di Steve McCurry, un fotografo straordinario che ha avuto l’onore e l’onere di assistere a grandi eventi della storia contemporanea, dal crollo delle Torri Gemelle di New York allo tsunami e successivo terremoto che hanno distrutto la centrale nucleare di Fukushima alla Guerra del Golfo.
Passeggiando tra le immagini del percorso espositivo di Pisa, ho visto fotografati mezzi di trasporto come imbarcazioni, treni e biciclette, edifici religiosi, animali come scimmie, elefanti e dromedari, ma soprattutto ho visto tanta umanità.
L’umanità di Steve McCurry
E dopo aver viaggiato nello spazio e nel tempo, si viaggia dentro se stessi attraverso tanti ritratti fotografici e immagini di persone di tutte le età colte nelle più disparate attività quotidiane. Gli uomini di Weligama in Sri Lanka che pescano seduti sui pali di legno, i monaci Shaolin nell’allenamento quotidiano, i commercianti indiani in pausa per bere un tè.
Le donne che guardano dal finestrino del treno in India, le donne giraffa in Myanmar, le donne afghane che fanno shopping indossando il burqa.
E ancora, bambini che giocano, corrono, sorridono, piangono.
Forse è proprio questo aspetto ad avermi colpito maggiormente, il fatto che in ogni foto Steve McCurry sia riuscito a immortalare e fermare nel tempo dei frattempi di umanità, attraverso magari uno sguardo, un’espressione, un gesto, che trasmettono così tanto allo spettatore perché riesce a individuare della familiarità nelle stesse emozioni provate.
E adesso voglio raccontarti alcune delle foto che più mi hanno emozionato:
Afghan girl
Questa celebre fotografia è stata scattata da Steve McCurry nel 1984 e pubblicata sulla copertina del National Geographic Magazine del numero di giugno 1985.
La foto è subito diventata il simbolo dei rifugiati e dei conflitti afgani degli anni ottanta, raffigurando Sharbat Gula, una ragazza orfana di etnia pashtun che si trovava in un campo profughi di Peshawar. Steve McCurry è riuscito a identificare e rintracciare la donna solamente nel 2002 che adesso si trova in Italia dopo il riconoscimento dello status di rifugiato.
Taj and Train
Questa foto affascinante raffigura un treno che circolava sulla più grande rete ferroviaria del mondo nel 1983, due uomini sulla parte frontale della locomotiva, tanto fumo e sullo sfondo, un’immagine da sogno: la sagoma inconfondibile del Taj Mahal di Agra, una delle sette meraviglie del mondo.
Dust Storm
Mentre Steve McCurry girava l’India per documentare la minaccia dei monsoni e della siccità, sulla strada per Jaisalmer vide un gruppo di donne travolto da una tempesta di sabbia che si proteggevano rimanendo vicine tra loro. Decise immediatamente di fermare la macchina e scendere per qualche motivo, dando così vita all’ennesimo scatto iconico!
Tailor in Monsoon
Un’altra celebre foto scattata in India raffigura il cosiddetto “sarto del Gujarat”, un sarto che trasporta sulle spalle una vecchia macchina da cucire arrugginita in mezzo all’alluvione causata da un monsone. Un sorriso spontaneo e imbarazzato che rimane nel cuore.
Camels on oil fire
Nel 1991, nel pieno della Guerra del Golfo, Steve McCurry ha fotografato in Kuwait le conseguenze devastanti del conflitto sull’ambiente e sugli animali.
Conosci le foto di Steve McCurry? Quale è quella che ti incuriosisce di più? Ti piacerebbe visitare una sua mostra?
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Per saperne di più…
Steve McCurry, nato a Filadelfia in Pennysilvania nel 1950, è uno dei più grandi fotografi contemporanei, facente parte della Magnum Photos dal 1986. In oltre 40 anni di carriera ha spaziato con i suoi reportage dalla street photography alla fotografia di guerra, dalla fotografia urbana al ritratto.
Dopo essersi iscritto presso la Penn State University per studiare fotografia e cinema, si è laureato in teatro nel 1974, interessandosi sempre di più alla fotografia. Dopo aver lavorato al Today’s Post presso il King of Prussia per due anni, è partito per l’India come fotografo freelance.
Poco prima dell’invasione sovietica dell’Afghanistan, ha attraversato il confine con il Pakistan travestito con abiti tradizionali, trasportando i rotoli di pellicola cuciti tra i vestiti. In questo modo è riuscito a mostrare al mondo le prime immagini del conflitto e a vincere la Robert Capa Gold Medal for Best Photographic Reporting from Abroad, assegnata ai fotografi che si sono distinti per le loro coraggiose imprese.
Successivamente Steve McCurry ha continuato a fotografare i conflitti internazionali, arricchendo con le sue immagini numerose riviste tra cui National Geographic Magazine e ha vinto svariati premi come il Magazine Photographer of the Year e l’Olivier Rebbot Memorial Award.