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Auschwitz-Birkenau è stato il più grande campo di concentramento nazista nell’Europa occupata, che abbiamo scelto di visitare durante un weekend lungo nella deliziosa cittadina polacca di Cracovia. 

Cracovia, cosa vedere in 1 giorno (ma anche di più)

Wieliczka, le miniere di sale a 15 km da Cracovia

Dico scelto, perché si tratta di una visita molto emozionante, un’esperienza forte da affrontare con la giusta preparazione e motivazione.

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Visitare Auschwitz con i bambini?

Per questo motivo, anche se tecnicamente non c’è nessun divieto in questo senso, viene sconsigliato di visitarlo con minori di 14 anni e mi trovo completamente d’accordo. Anche in questo caso, e forse di più, la preparazione prima di effettuare una visita di questo genere è fondamentale per poterla comprendere appieno. Avevo visitato il campo di Dachau in Germania quando ero poco più grande e la visita è rimasta per me indelebile.

Perché visitare un campo di concentramento

  • Per vedere con i propri occhi quello che è successo soltanto pochi decenni fa.
  • Per conoscere una parte della nostra storia recente.
  • Per portare rispetto a tutte le persone che hanno perso la vita.
  • Per farsi carico di questa storia, di questo dolore, continuando a raccontarlo.
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La struttura del campo

Il campo di concentramento di Auschwitz fu aperto nel 1940 e il primo convoglio di deportati, 728 prigionieri politici, arrivò ad Auschwitz proprio il 14 giugno 1940. Questa data è diventata in Polonia “il Giorno del Ricordo Nazionale delle Vittime dei Campi di Concentramento e Sterminio della Germania Nazista”.

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Siamo nei dintorni di Oswiecim, una piccola cittadina polacca da poco annessa dai nazisti al Terzo Reich. Oggi una cittadina piccola e sonnacchiosa, fatta di edifici residenziali dai giardini curati, vivaci negozietti e spazi verdi. 

Straziante pensare che a pochi passi di distanza abbiano perso la vita oltre 1 milione di persone. Cittadini polacchi, ebrei, testimoni di Geova, sinti, rom, omosessuali, prigionieri politici, e appartenenti ad altri gruppi etnici ritenuti “inferiori”. 

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Quando si arriva, la prima cosa che salta agli occhi è la famigerata scritta “Arbeit macht frei” che ricorda di come il lavoro renda liberi. Interessante notare che il fabbro che la realizzò era un dissidente polacco che scrisse volutamente al contrario la lettera B in segno di protesta.

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Il campo di concentramento di Auschwitz era composto inizialmente da 22 edifici-baracca, di legno o mattoni, che potevano contenere sino a 15 mila deportati. Successivamente fu aperta una seconda ala del campo a Birkenau, che si trova a 3 chilometri da Oswiecim mentre, attorno a questi campi principali, ne venivano edificati altri di dimensioni più ridotte come quello di Monowitz.

Il campo di Auschwitz-Birkenau fu liberato il 27 gennaio 1945 dalle truppe sovietiche. Nel 1979, l’UNESCO l’ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità.

Visitare il campo di concentramento

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Si tratta di un’escursione alla quale dedicare all’incirca mezza giornata in quanto si devono visitare entrambe le parti del campo di concentramento, Auschwitz I e Auschwitz II-Birkenau la cui distanza tra loro di 3 km si può coprire a piedi oppure con il bus navetta gratuito attivo tutto l’anno.

191 ettari di spazi aperti ai visitatori che fanno parte degli spazi del Memoriale e Museo di Auschwitz-Birkenau, creato nel 1947 su volere del parlamento polacco.

La prima parte degli edifici contiene al suo interno le sale dedicate al museo dove è possibile vedere i manufatti, le testimonianze e migliaia di oggetti perfettamente conservati, scarpe, valigie, protesi, occhiali da vista. Qui è possibile leggere e ascoltare testimonianze relative alla vita nel campo. Ci sono anche sezioni dedicate agli esperimenti medici, foto dei prigionieri e creazioni artistiche realizzate in anni recenti. Ripeto, è un’esperienza molto forte che occuperà molto tempo, per la visita stessa e per riflettervi sopra.

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All’esterno si possono visitare alcuni dormitori, oltre alle sale riservate ai militari nazisti, i bagni comuni, il muro dove avvenivano le fucilazioni, ma anche le camere a gas e i crematori, mentre si può passeggiare accanto alle rotaie dove transitavano i convogli della morte per Birkenau, in un panorama oggi silenzioso e rispettoso, a conclusione di un’esperienza dolorosa ma doverosa.

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Prenotare la visita

La prenotazione della visita è obbligatoria, da effettuare almeno 5 giorni prima sul sito ufficiale.

I gruppi organizzati sono obbligati a prendere una guida, mentre i turisti individuali possono accedere gratuitamente (la prenotazione rimane comunque obbligatoria) oppure a pagamento con una guida (opzione che consiglio vivamente). Il noleggio delle cuffie è in ogni caso a pagamento.

Le opzioni in inglese e in polacco sono le più numerose, ma si possono trovare anche guide in italiano, ovviamente con minore frequenza.

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Come arrivare

Il campo di concentramento è facilmente raggiungibile in macchina, ma si può arrivare anche con i mezzi pubblici, treni (la stazione ferroviaria si trova a circa 2 km dall’ingresso) o minibus in partenza da Cracovia o da Katowice, un’opzione molto comoda che abbiamo seguito anche noi.

Hai mai scelto di visitare un campo di concentramento? Dove sei stato? Ti andrebbe di raccontarmi la tua esperienza?

Author

Nata a Pisa nel 1990, nella stessa città mi sono laureata in Studi Internazionali e attualmente lavoro e vivo insieme a mio marito e alla nostra bambina. Amo i giochi da tavolo con gli amici, leggere, scrivere, cucinare piatti etnici, oltre che viaggiare, vicino e lontano: la mia più grande passione.

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