Sempre un piacere tornare e rivedere il Museo di Storia Naturale di Calci, per noi pisani una tappa fissa fin dalle scuole elementari dal momento che il museo ospita le prime gite effettuate da bambini!
Abbiamo approfittato di una mattinata di pioggia per tornare a visitare il museo, dopo diversi anni, insieme alla nostra bimba piccola di un anno e mezzo, che si è divertita ben oltre le aspettative, anche lei stupita e affascinata dalle esposizioni degli animali!
Indice dei contenuti
Il Museo di Storia Naturale di Calci, tra i più antichi del mondo
Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa si trova in provincia di Pisa, a circa 12 km dalla città ed è una delle istituzioni museali più antiche del mondo, fondata alla fine del Cinquecento.
Ferdinando I de’ Medici istituisce la wunderkammer
Fu Ferdinando I de’ Medici, granduca di Toscana, ad istituire una Wunderkammer, una camera delle meraviglie annessa al Giardino dei Semplici (l’attuale Orto Botanico di Pisa), allo scopo di contenere rari reperti naturale che suscitavano la meraviglia dello spettatore, come era di moda all’epoca. La direzione fu affidata a Luca Ghini, fondatore e curatore dello stesso orto botanico.
Il declino nel Seicento
Durante il Seicento però il museo andò incontro a una fase di declino, parallelamente al passaggio del Granducato nelle mani di Cosimo II e di Ferdinando II il cui fratello, il Cardinal Leopoldo, nel 1672 incaricò Niccolò Stenone di redigere l’inventario degli oggetti presenti e di portare a Firenze i pezzi più pregevoli.
Dai Medici ai Lorena
Grazie ai lasciti delle collezioni dei vari prefetti, la galleria pisana continuò comunque a crescere e, quando nel 1737 il Granducato di Toscana passò dai Medici ai Lorena, il museo si arricchì di nuove collezioni. Nel 1747 Francesco I di Lorena acquistò per il museo parte della collezione malacologica del medico fiorentino Niccolò Gualtieri, comprendente anche oltre tremila esemplari raccolti dal naturalista olandese Georg Eberhard Rumphius.
L’ampliamento ottocentesco
Nel 1814 l’università di Pisa separò le cattedre degli insegnamenti scientifici, affidando a Gaetano Savi Botanica e a Giorgio Santi Zoologia, paleontologia e geologia, dividendo allo stesso tempo anche la struttura museale.
Negli anni successivi Paolo Savi ampliò gli spazi espositivi e aumentò enormemente le collezioni, portando a termine ulteriori tassidermie di uccelli e mammiferi. Quando la cattedra di geologia venne separata a sua volta da quelle di zoologia e paleontologia, Savi chiamò a ricoprirla Leopoldo Pilla che portò con sé un gran numero di rocce vesuviane e di cristalli e al quale succedette Giuseppe Malpighi, che raccolse il primo nucleo delle collezioni paleontologiche.
Il periodo delle guerre mondiali
Durante le guerre mondiali, alcune delle collezioni vennero danneggiate dai bombardamenti e il museo rimase chiuso finché il professore Ezio Tongiorgi non riuscì a fare affidare parte della Certosa di Calci in uso perpetuo e gratuito all’Università di Pisa, dove ricostruire il Museo di Storia Naturale.
A fine 2016 il museo ha ricevuto dalla fondazione Barbero una donazione di più di 550 animali in tassidermia.
La visita al Museo di Storia Naturale
Visitare il Museo di Calci permette di viaggiare nel tempo, dalla galleria storica con la ricostruzione della wunderkammer seicentesca alle tappe della storia evolutiva dell’uomo, ma consente anche di viaggiare verso terre vicine e lontane osservando fossili, minerali, scheletri, animali in tassidermia proveniente da ogni parte del mondo.
Dopo aver parcheggiato nel grande piazzale a verde antistante la Certosa di Calci, si accede alla struttura museale dove troviamo all’ingresso la biglietteria (a questo link trovi gli orari di apertura e le tariffe di ingresso), lo shop e i servizi. Ho trovato molto carina e utile l’idea di dedicare un angolo ai neonati, mettendo a disposizione pannolini, salviette ed eventuali accessori che può capitare di dimenticare a casa.
La visita del Museo si sviluppa poi su 3 livelli, dalle collezioni permanenti alle esposizioni temporanee, tutti visitabili con l’ausilio del proprio smartphone in quanto basta scaricare l’app gratuita dal nome “Museo di Storia Naturale Pisa” e successivamente inquadrare i posizionati lungo il percorso per accedere a interessanti approfondimenti.
La galleria storica
Al piano terra si trova una delle sezioni per me più affascinanti, la galleria storica che permette di camminare in ben cinque secoli di storia del museo. La parte più ricca è quella dedicata all’Ottocento dove si vedono gli scheletri dell’elefante asiatico e della giraffa, oltre ad alcuni uccelli esotici.
Da bambina ho sempre trovato particolarmente inquietante la zona che contiene i diorami, rivisti da adulta con un sincero interesse scientifico, dal momento che consistono nella ricostruzione di scene realistiche di vita aventi per protagonisti animali tassidermizzati. La scena della caccia al cinghiale con i cani è stata il mio incubo per un sacco di tempo!
Bellissima la collezione di invertebrati realizzata in vetro soffiato dai fratelli Leopold e Rudolf Blaschka.
La camera delle meraviglie
Alla fine della galleria troviamo la replica di una camera delle meraviglie, una wunderkammer seicentesca alla quale si accede attraverso un’anticamera dove si trovano il cranio di un ippopotamo, uno scheletro di dromedario di San Rossore e una splendida ricostruzione tridimensionale del quadro Lo scarabattolo di Domenico Remps. Qui si trova raffigurato il cranio pietrificato con corallo rosso già presente nell’inventario del museo all’epoca di Francesco I di Lorena, ancora oggi esposto nella wunderkammer. Curioso notare che all’epoca si pensava che questo fosse di formazione naturale!
Nella Camera delle meraviglie, il primo nucleo delle collezioni del museo, vediamo i reperti suddivisi in tre categorie: i naturalia, i curiosa e gli artificialia, provenienti da epoche molto diverse.
I mammiferi
Al primo piano troviamo oltre 400 esemplari appartenenti ai mammiferi provenienti da tutto il mondo, monotremi, marsupiali e carnivori, ma anche ungulati e primati.
I cetacei
Eccoci arrivati nel loggiato della Certosa che ospita un’altra esposizione sorprendente, quella relativa ai cetacei: scheletri di delfini e balene, oltre a modelli a grandezza naturale e reperti fossili di specie ormai estinte. Si tratta di una delle collezioni più importanti d’Europa, l’unica a esporre i tre più grandi animali del pianeta: la balenottera azzurra, la balenottera comune e la balenottera boreale.
L’acquario di acqua dolce
Troviamo infine il più grande acquario di acqua dolce in Italia, che ospita 39 vasche con circa 100 specie da tutto il mondo nell’area delle cantine della Certosa. Uno dei settori è interamente dedicato alle carpe koi.
Per organizzare al meglio la tua visita nella città di Pisa leggi anche Pisa: cosa vedere in 1 o più giorni
Avevi mai sentito parlare del Museo di Storia Naturale di Calci? Quale è la sezione che ti incuriosisce maggiormente? Hai mai visitato altri musei del genere? Fammelo sapere nei commenti!