Ho avuto la fortuna di vedere in natura gli elefanti, dalla jeep durante un safari in Kenya e in Thailandia all’interno dell’Elephant Jungle Sanctuary di Phuket, due viaggi diversi, due occasioni diverse, due elefanti…diversi! 

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Sì perché esistono due tipologie diverse di elefanti, quello africano e quello asiatico.

Uno studio genetico ha rivelato che l’elefante africano e quello asiatico si sono separati geneticamente addirittura 7,6 milioni di anni fa, rendendoli ufficialmente due specie distinte. Si tratta di un animale molto longevo, il più longevo dopo l’uomo, potendo vivere in media fino a 70 anni.

Tassonomia dell’elefante

L’elefante africano (Loxodonta africana) originariamente era conosciuto come Elephas africanus, nome successivamente modificato perché il termine Loxodonta fa riferimento alla forma a diamante dello smalto dei molari.

Elefante, africano o asiatico, tutte le differenze - immagine 194

Il nome scientifico dell’elefante asiatico è invece Elephas maximus Linnaeus, denominato comunemente anche elefante indiano.

Distribuzione geografica

La prima differenza è innanzitutto nella distribuzione geografica: l’elefante africano si trova in 37 paesi africani e abita le foreste sub-tropicali e temperate, le praterie secche e i boschi, le zone umide e terreni agricoli dal livello del mare ai pendii montani come per esempio in Etiopia. Parliamo di buona parte dell’Africa sub-sahariana, tra cui Uganda, Kenya, Tanzania, Botswana, Zimbabwe, Namibia, Zambia e Angola, anche delle aree desertiche di Mali e Namibia.

L’elefante asiatico invece è originario dell’Asia continentale, trovandosi oggi in India, Nepal, Bangladesh, Bhutan, Myanmar, Thailandia, penisola malese, Laos, Cina, Cambogia e Vietnam. Abita praterie, foreste secche e umide, sempreverdi e semi-sempreverdi. 

Dimensioni

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L’elefante africano è il più grande animale terrestre vivente, con un’altezza massima registrata al garrese di un maschio adulto di 4 metri, e un peso massimo stimato di 10,6 tonnellate. In media i maschi sono alti circa 3,20 metri al garrese e pesano 6 tonnellate, mentre le femmine hanno un’altezza al garrese di circa 2,60 metri, e un peso di 3 tonnellate. Il dorso dell’elefante africano presenta la groppa più alta del garrese. Presenta inoltre tre zoccoletti nel piede posteriore.

L’elefante asiatico ha una struttura complessiva simile, ma i maschi, a differenza delle femmine, hanno dimensioni minori.

Anche le orecchie, in proporzione alla testa, sono più piccole. Il profilo del dorso dell’elefante asiatico discende dal garrese alla groppa e presenta, a differenza dell’elefante africano, quattro zoccoletti nel piede posteriore.

La proboscide

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La proboscide è un allungamento prensile del labbro superiore e del naso che permette agli elefanti di maneggiare oggetti di piccole dimensioni, di annusare, bere e mangiare, difendersi e attaccare. Per la forte presenza muscolare l’elefante è addirittura in grado di sollevare con la proboscide oggetti che pesano circa il 3% del suo stesso peso corporeo.

L’elefante asiatico ha una proboscide dalla pelle più liscia e fornita all’estremità di una sola appendice digitiforme sul bordo superiore, mentre quella dell’elefante africano termina con due appendici.

Le zanne

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Le zanne crescono per tutta la vita dell’elefante, con la precisazione che quelle dei maschi crescono più velocemente di quelle delle femmine. Pensa che il peso medio delle zanne all’età di 60 anni è di 17,7 kg nelle femmine e di 109 kg nei maschi, fino a una lunghezza di 2,5 metri! Le zanne dell’elefante asiatico sono più piccole.

La struttura sociale

Il nucleo della società degli elefanti è l’unità familiare, sia per l’elefante asiatico che per quello africano. La matriarca, la femmina più anziana, guida il nucleo familiare che può avere dimensioni differenti. Questi gruppi cooperano nella ricerca di cibo e acqua, nella difesa del gruppo e nella cura della prole, dove tutte le femmine provvedono alla crescita dei cuccioli. Quando i maschi raggiungono i 10-19 anni si allontanano gradualmente dal gruppo per condurre un’esistenza solitaria oppure aggregarsi ad altri maschi, per cui il nucleo familiare diventa quasi tutto al femminile! 

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La dieta dell’elefante

Entrambe le specie di elefanti sono erbivore, nutrendosi di erbe, piante rampicanti, corteccia, germogli, foglie e frutta. Durante il nostro incontro con gli elefanti in Thailandia li abbiamo nutriti con canna di bambù e fette di anguria. Pensa che un elefante adulto può consumare fino a 150 kg di cibo al giorno e bere circa 180-230 litri di acqua al giorno.

L’addestramento

Mentre la specie africana non è domabile, l’elefante asiatico che è di indole più tranquilla può essere addestrato dall’uomo. L’elefante appena catturato viene affidato a un cornak, incaricato di seguirlo per tutta la vita. Per i primi giorni l’elefante rimane legato, senza mangiare e bere né riposare poi, allentando progressivamente le corde, il cornak lo nutre e se ne prende cura sempre cantando la stessa melodia per abituarlo al suono della sua voce. 

Oggi l’elefante asiatico viene utilizzato per il lavoro, soprattutto per il trasporto dei tronchi, in alcune zone dell’India e dell’Indocina. A noi è capitato per caso, durante un altro viaggio in Thailandia, di vederlo lavorare proprio per il trasporto dei tronchi.

Bisogna ricordare che si tratta di animali selvatici: ogni anno gli elefanti uccidono in media 500 persone.

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Minacce

L’elefante africano, una specie protetta

Nel 1986 è stato avviato l’African Elephant Database per raccogliere e aggiornare le informazioni sulla distribuzione e lo stato delle popolazioni di elefanti in Africa. 

Nel 1989 l’elefante africano è stato inserito nell’Appendice I della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione. Botswana, Namibia e Zimbabwe lo hanno inserito nell’Appendice II nel 1997, il Sudafrica nel 2000. 

Nel 1996 i valutatori della Lista rossa IUCN per l’elefante africano hanno considerato la specie in pericolo di estinzione. 

Dal 2004 l’animale è stato classificato come vulnerabile, poiché si stima che la popolazione mondiale aumenti a un tasso del 4% all’anno. 

La perdita dell’habitat naturale e il conflitto con l’uomo

Oggi l’elefante africano è minacciato dalla perdita del suo habitat naturale che viene trasformato per uso agricolo o convertito in terreni per l’allevamento del bestiame, per le piantagioni e per la costruzione di aree urbane e industriali. 

Di conseguenza, con un habitat naturale così ridotto, gli elefanti sono costretti a spostarsi per procacciare cibo e acqua, rischiando di entrare in conflitto con l’uomo che si sente minacciato. Può capitare purtroppo che gli agricoltori che risiedono nelle aree vicine alle riserve uccidano gli elefanti se si avvicinano troppo al loro villaggio o alle coltivazioni.

Lo stesso problema si verifica anche in Asia, dove gli elefanti purtroppo si trovano a vivere in un habitat sempre più frammentato, incrementando pericolosamente il contrasto tra uomo ed elefante.

Il bracconaggio

I bracconieri prendono di mira soprattutto gli elefanti maschi per le loro zanne, sia in Africa che in Asia, trovando un terreno fertile negli Stati soggetti a corruzione e periodi di guerra civile. Le conseguenze sulla sopravvivenza della specie sono gravissime e anche sugli altri animali perché spesso i bracconieri, per eliminare le tracce del loro passaggio, avvelenano le carcasse e di conseguenza le specie che se nutrono.

Hai mai visto un elefante nel suo habitat naturale? Conoscevi le differenze tra l’elefante africano e quello asiatico? Fammelo sapere nei commenti!

Author

Nata a Pisa nel 1990, nella stessa città mi sono laureata in Studi Internazionali e attualmente vivo, lavoro e ho sposato Dario. Amo i giochi da tavolo con gli amici, leggere, scrivere, cucinare piatti etnici, oltre che viaggiare, vicino e lontano: la mia più grande passione.

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