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Val Pusteria, l’itinerario di 7 giorni

Di ritorno da un bel viaggio estivo in Alto Adige, voglio condividere l’itinerario che abbiamo seguito durante 7 giorni tra Val Pusteria e Valle Aurina, dove abbiamo fatti base nella località di Valdaora presso un grazioso appartamento facente parte del complesso Kreindl. Questi appartamenti con parcheggio privato si trovano proprio nel centro del paese, a pochi passi dai servizi come i negozi di sport, il noleggio bici, la panetteria, il supermercato, la farmacia…per noi sono stati la soluzione ideale, dal momento che avevamo deciso di cenare sempre a casa.

Il nostro itinerario ha tenuto conto inevitabilmente del meteo: i primi giorni c’è stato un sole cocente e un caldo afoso quasi da città, gli ultimi invece è stato molto variabile con scrosci di pioggia…poco male, abbiamo trovato in ogni caso molte attività da fare con un unico rimpianto: non aver portato in valigia costume da bagno, asciugamano e infradito per poter usufruire anche delle numerose piscine comunali e non, all’aperto o meno, che si trovano nel territorio.

Viaggiando con una neonata di 7 mesi, abbiamo ovviamente tenuto conto delle sue esigenze, cercando di adattare il programma di ogni giornata alle necessità della bambina, prevedendo sempre il momento del riposo pomeridiano.

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Tra le montagne della Val Pusteria

Giorno 1: Casa – (Carpi) – Valdaora

Carpi, una sosta veloce

Il primo giorno scorre lentamente, partiamo di sabato e inevitabilmente troviamo tanto traffico che ci rallenta, in totale, di ben 1h 30! Facciamo una tappa improvvisa e improvvisata a Carpi, bella località tranquilla e piacevole a 20 km da Modena. Ci rilassiamo al fresco del Parco della Resistenza, attraversiamo Piazza dei Martiri, prendiamo un gelato e ripartiamo.

Valdaora, la nostra destinazione

Arriviamo a Valdaora, Olang, nel tardo pomeriggio e facciamo subito la spesa al supermercato affollatissimo: il giorno dopo, la domenica, sarà chiuso, quindi tutti sono corsi a fare acquisti prima dell’orario di chiusura. Ci fermiamo anche a ritirare il passeggino da trekking che abbiamo noleggiato al negozio di sport per 5 giorni (il nostro passeggino, con le piccole ruote da città, sarebbe scomodissimo sui sentieri).

Il paese è immerso in una bella vallata verdissima circondata dalle Alpi tra le quali svetta il Plan de Corones, Kronplatz, che rende famosa la zona anche nei mesi invernali, trattandosi di un’ambita località sciistica.

Il paese è davvero delizioso, proprio come immaginavamo, i cartelli e le indicazioni stradali sono in doppia lingua, italiano e tedesco, anche se ascoltiamo parlare principalmente la seconda che si ritrova anche alla tv e sui giornali.

Ceniamo nel nostro appartamento e ci godiamo la tranquillità del luogo, che riposa placidamente mentre osserviamo dal balcone. Fa così caldo che dobbiamo lasciare le finestre aperte e le coperte lasciate sul letto rimangono inutilizzate.

Giorno 2: Dobbiaco e il suo Lago

Lago di Dobbiaco

Arriviamo a metà mattina al Lago di Dobbiaco, la nostra prima destinazione. Parcheggiamo a pagamento (2 euro l’ora / 10 euro tutto il giorno) e ci incamminiamo a piedi verso il lago. Il passeggino da trekking si rivela subito uno sbaglio perché la bimba lo odia con tutte le sue forze, fortuna che abbiamo anche il marsupio e delle forti braccia per portarla 🙂

Comunque il Lago è davvero meraviglioso, uno scenario da cartolina, è possibile noleggiare anche il pedalò oppure rilassarsi sulle sue rive dove troviamo molti pescatori. Ci sono molti turisti a passeggio come noi, è davvero una giornata molto calda, ma fortunatamente l’itinerario, facendo il giro in senso antiorario, ci riserva molte zone d’ombra.

Mi piace molto osservare il paesaggio che cambia intorno al lago, ci sono spiaggette rocciose, sentieri aperti e pianeggianti, percorsi tra gli alberi, l’acqua del lago è fresca e piacevole e numerose le panchine per sedersi. Ci fermiamo su una di queste, quasi a percorso finito, per far dormire la bambina e poi, andiamo a pranzare al Fienile, dove mangiamo dell’ottimo stinco con crauti e polenta. Il locale è molto caratteristico, tutto arredato in legno, il conto un po’ elevato, ma la location è sicuramente speciale e meritevole.

Dobbiaco, Toblach, una dolce sosta

Visto che ci troviamo a una manciata di chilometri da Dobbiaco, dopo pranzo decidiamo di fare una sosta prima di rientrare a Valdaora. Un dopo pranzo davvero caldo, umido e afoso, passeggiamo tra le stradine ammirando i balconi fioriti e l’imponente Chiesa di San Giovanni Battista col suo campanile a cipolla. Ci rifugiamo in una pasticceria dove prendiamo una fetta di torta alla nocciola.

Rientriamo a Valdaora perché il caldo è davvero opprimente. Nel tardo pomeriggio poi usciamo a passeggio per il centro dove troviamo un evento dedicato al vino che anima il Park Von Mitterolang di bancarelle dedicate. Acquistiamo delle frittelle di mele agli stand e ce le mangiamo in appartamento.

Giorno 3: Lago di Braies

Questa giornata è dedicata interamente al Lago di Braies che raggiungiamo partendo con il bus navetta dalla località Monguelfo che dista circa 10 minuti di auto da Valdora dove ci troviamo. Per accedere a Braies è importante verificare prima dal sito ufficiale a questo link quali sono le regole di accesso.

In alta stagione come siamo stati noi a metà luglio si accede solamente previa prenotazione da effettuare online, scegliendo se si vuole accedere con la propria auto e quindi scegliere il parcheggio (dal più vicino si accede al lago a piedi, dai più lontani con il bus navetta) oppure se accedere con bus navetta dai paesi limitrofi (Dobbiaco/Villabassa e Monguelfo).

Scegliendo l’opzione auto, più costosa, si ha diritto ha uno sconto in ristoranti e shop convenzionati, scegliendo l’opzione navetta è obbligatorio prenotare l’orario di partenza, ma non quello di rientro che si può decidere al momento. Muovendoci con una neonata, ci era sembrata paradossalmente l’opzione in grado di garantire maggiore libertà, non avendo necessità di usufruire del buono successivamente.

Arrivati al Lago, abbiamo camminato subito sul lato sinistro, prevedendo inizialmente di raggiungere l’imbocco del sentiero per la Malga Foresta, ma abbiamo desistito per il caldo eccessivo e i sentieri molto affollati e non troppo comodi, pieni di pietre e radici. Abbiamo rimpianto molto di non aver portato una coperta per sederci a terra a rilassarci davanti alle rive del lago…mai più senza!

Siamo tornati sui nostri passi e abbiamo imboccato il lato destro del Lago dove abbiamo oltrepassato lo storico Hotel Pragser Wildsee, visto dall’esterno la bella chiesetta omonima, scattato millemila foto. Non abbiamo noleggiato la barca a remi sia per la presenza della bimba sia per il costo abbastanza elevato (60 euro).

Abbiamo pranzato con un panino con salsiccia e patatine al chiosco all’aperto davanti al parcheggio P4 prima di risalire sull’autobus che ci ha riportato a Monguelfo che, tra l’altro, è un paese davvero grazioso e splendidamente curato. Volendo, è possibile pranzare anche presso l’Emmas Bistro a fianco della chiesetta, in posizione davvero invidiabile.

Rientrati a Valdaora, facciamo la nostra solita passeggiata serale aspettando un clima più fresco (assurdo da dire, ai piedi delle Dolomiti!), restituiamo a malincuore il passeggino da trekking visto che la bambina lo odia dal primo momento e girottoliamo per le bancarelle dedicate alla birra, sempre in Park Von Mitterolang.

Giorno 4: la Valle di Anterselva, Rasun

Cascata Egger

Sulla strada per Dobbiaco e il Lago di Braies abbiamo intravisto dall’auto l’idilliaco paesaggio montano della Valle di Anterselva con il primo paese, Anterselva di Sotto, il cui profilo ci è piaciuto così tanto da decidere di visitarlo il giorno seguente.

Raggiungiamo il paese di Anterselva di Mezzo, attraversando prati verdi, boschi di conifere, casette piene di fiori sui davanzali e fontane pubbliche. Parcheggiamo presso il Centro Sportivo presso un comodo parcheggio gratuito e ci incamminiamo su un primo tratto asfaltato in salita, seguendo la direzione per la cascata Klammbach, poi ci addentriamo nel bosco fino a trovare le indicazioni per la cascata Egger, che è quella di nostro interesse, fino a raggiungere la destinazione stessa.

Lago di Anterselva

Dopo il meritato riposo ai piedi della cascata, torniamo a valle e risaliamo in macchina per raggiungere il Lago di Anterselva, il terzo per estensione di tutta la regione. Ci è piaciuto davvero tanto!

Siamo arrivati fino alla parte finale del Lago, a una manciata di chilometri dal confine con l’Austria, abbiamo parcheggiato ai posti auto riservati ai clienti del rifugio Enzian Huette (Baita Genziana) dove abbiamo prenotato il pranzo. Poi ci siamo rilassati sulle sponde del lago, sulla coperta che ci siamo ricordati di portare, all’ombra degli alberi, insieme a moltissimi altri turisti e locali. Chi prendeva il sole, chi faceva il bagno (l’acqua era gelida!), chi dormiva.

Dopo il pranzo al rifugio che, per inciso, è stato davvero ottimo, a base di tris di canederli, guancia di manzo, polenta e finferli, in un ambiente davvero caratteristico, siamo rientrati verso casa e usciti nuovamente per la solita passeggiata serale e un’ultima spesa al supermercato.

L’afa e il caldo che ci accompagnano dall’arrivo in montagna, sono ahimè affiancati anche da nuvole nere minacciose di pioggia.

Giorno 5: Latteria Mondolatte, Castello di Monguelfo Welpsberg, Wild Park di Dobbiaco

Latteria Mondolatte Tre Cime

Come immaginavamo, è diluviato tutta la notte. Non ci facciamo scoraggiare e sta ancora piovendo quando saliamo in macchina per raggiungere la Latteria Mondolatte Tre Cime che si trova nei pressi del paese di Dobbiaco.

Il Museo

Appena entrati, è possibile fare il biglietto alla cassa per poter visitare il Museo al primo piano dedicato al latte, si tratta di poche stanze dove si trovano tante informazioni sulla produzione del latte e sulle mucche, prima di scendere al piano -1 dove si può vedere dall’alto la cantina dove sono posizionati i formaggi.

La degustazione

Torniamo quindi al piano terra dove si trova lo shop, piccolo, ma davvero super fornito di tutti i prodotti locali, dalle marmellate allo yogurt, ai salamini agli infusi, ovviamente tanto tanto formaggio di produzione propria che si può acquistare già porzionato e confezionato oppure direttamente al banco dove scegliere tra una grande varietà.

E ora arriva il bello: la degustazione. Alla cassa infatti è possibile abbinare ai 5 euro di visita del Museo, 3 euro per la degustazione piccola di formaggio oppure 5 euro per la degustazione grande. Noi scegliamo la piccola e restiamo a bocca aperta. Ci viene portato un tagliere di legno con 6 tipologie di formaggi diversi, uno più buono dell’altro, del pane di differenti tipologie, una mostarda da abbinare e anche una bevuta inclusa nel prezzo. Scegliamo un bicchiere di latte fresco, visto che ci troviamo nel posto giusto…davvero squisito!

Castello di Monguelfo

Il meteo si conferma variabile e capriccioso, quando usciamo piove pesantemente e siamo tentati dal tornare a casa, ma nel giro di pochi minuti il cielo si rischiara e facciamo una sosta a Monguelfo per raggiungere il Castel Welpsberg che, a voler esser precisi, fa parte della Val Casies.

Il navigatore ci fa fare un giro assurdo che ci porta su una mulattiera…fortuna che ci fermiamo in tempo e facciamo inversione! Questo però ci permette di cogliere una bella veduta panoramica sul castello immerso nella natura. Alla fine chiediamo informazioni in una stazione di servizio, parcheggiamo nelle aree apposite a pochi passi dal centro e ci incamminiamo a piedi per una quindicina di minuti su strada asfaltata in leggera salita.

Il Castello è preceduto da un piccolo e grazioso giardino di erbe e fiori e da alcune sculture in legno, siamo molto tentati di entrare all’interno, ma a malincuore rinunciamo perché la visita farebbe posticipare di molto il pranzo a noi e (soprattutto) alla bambina.

Wild park Gustav Mahler di Dobbiaco

Finiamo per ottimizzare pranzando in appartamento e assistiamo all’ennesimo temporale, credendo di non riuscire più a uscire per il resto della giornata. E invece la giornata all’improvviso migliora e ci precipitiamo al Wild Park di Dobbiaco, godendo di un cielo azzurro e sereno!

Facciamo a piedi un percorso (assolato) di 2 km dove vediamo una grande varietà di animali locali come daini, capre e volpi in ampi recinti. Vediamo anche alcuni lama e la bimba si diverte molto.

Giorno 6: Valle Aurina, Distilleria Bergila, Caseificio Capriz, Brunico

Valle Aurina

Cascate di Riva

Finalmente una mattina fresca e nuvolosa, ci mettiamo in macchina per sconfinare in Valle Aurina e raggiungere la località di Campo Tures dove seguiamo le indicazioni per le cascate di Riva, consapevoli che, con la bimba nel passeggino, riusciremo a vedere solamente la prima di 3…ma ne vale davvero la pena!

Arriviamo presto al mattino, parcheggiamo a pagamento in un posteggio provvisto anche di toilette, con un ristorante adiacente e negozio di souvenir e in 20 minuti di camminata raggiungiamo le spettacolari cascate!

Castel Taufers

Riprendiamo l’auto per raggiungere il castello…lo raggiungiamo proprio in auto salendo una stretta strada forestale! I posti auto davanti al suo ingresso sono una manciata ma, essendo arrivati prima dell’apertura, abbiamo fortuna di trovarne uno disponibile.

Facciamo il biglietto di 7 euro per visitare in autonomia la parte esterna, non ce la sentiamo di fare un tour di gruppo degli interni con la bimba nel marsupio, sicuramente un castello fascinoso ma gli spazi che si possono visitare sono pochi e concludiamo in fretta.

Ci fermiamo rapidamente nel centro del paese per scattare una bella fotografia alla struttura imponente del castello, impossibile da cogliere più da vicino.

Distilleria Bergila

Abbiamo ancora tempo per fare una sosta che mi incuriosisce molto: la distilleria Bergila nei pressi del lago di Issengo! Un luogo che davvero consiglio dove, oltre allo shop dove si trovano in vendita prodotti bio a base di erbe, come creme, infusi, oli, si trova anche un giardino di erbe dove fare un divertente percorso tra i profumi, odorando aromi cercando di riconoscerli, poi raggiungere la distilleria nel bosco.

Qui è presente un piccolo museo, uno shop, e viene spiegato come viene realizzato l’olio essenziale di pino mugo. Si trova anche un fienile dove è possibile fare un pediluvio alle erbe e poi un percorso kneipp nel bosco!

Caseificio Capriz

Ripartiamo sotto la pioggia, si è fatta ora di pranzo e, sebbene siamo tentati dal mangiare al limitrofo ristorante sul Lago di Issengo, risaliamo in macchina per raggiungere il caseificio Capriz, incuriositi dai formaggi di capra.

Pranziamo presso il ristorante adiacente che offre principalmente hamburger e alcune portate a base di formaggi, scegliamo quindi di provare la fonduta e purtroppo restiamo delusi scoprendo che la ricetta contiene alcool. C’è anche la possibilità di visitare il museo, ma decidiamo di rientrare a Valdaora.

Brunico

Dopo la solita siesta pomeridiana, riprendiamo la macchina per raggiungere la bella Brunico. Passeggiamo per il centro storico fotografando edifici eleganti e colorati, passeggiando lungo le rive del fiume Rienza, visitando negozi di prodotti tipici. Prendiamo una bella fetta di torta per fare merenda presso lo Stadtcafè e rientriamo a Valdaora dove ci aspetta la valigia da preparare.

Giorno 7: Valdaora – Lazise – Casa

Partiamo di buon’ora e facciamo una sosta a Lazise, deliziosa località sul Lago di Garda che si trova a una manciata di chilometri dall’uscita dell’autostrada dove passeggiamo tra le stradine del centro storico e il Lungolago, ammirando il tranquillo porticciolo.

Leggi anche Lazise sul Garda, primo Comune d’Italia

Siamo a metà strada del nostro viaggio di ritorno che, avendo una bambina in auto e le sue tante esigenze…è ancora lungo.

Ma questa è un’altra storia, spero che tu abbia trovato il nostro itinerario di tuo interesse. Conoscevi queste zone? Le prenderesti in considerazione per una vacanza in Alto Adige? Fammelo sapere nei commenti!

Di Stefania Dal Canto

Nata a Pisa nel 1990, nella stessa città mi sono laureata in Studi Internazionali e attualmente vivo, lavoro e ho sposato Dario. Amo i giochi da tavolo con gli amici, leggere, scrivere, cucinare piatti etnici, oltre che viaggiare, vicino e lontano: la mia più grande passione.

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