Blue Lagoon, le terme dove abbiamo deciso di trascorrere la nostra ultima giornata in Islanda, proprio prima di rientrare in aeroporto per salire sul volo Easyjet diretto a Londra e rientrare successivamente in Italia.
Sì perché è possibile usufruire di un bus navetta che fa la spola tra le terme e l’aeroporto, quindi la soluzione da noi scelta è davvero molto comoda e seguita anche da molti altri turisti che decidono di fermarsi all’arrivo o alla partenza (come noi).
La Laguna e l’energia geotermica
La Laguna Blu si trova in un’area geotermale davvero molto famosa, grazie anche alla sua vicinanza all’aeroporto Keflavik e alla comodità nel raggiungerlo (dista circa 20 km) e alla capitale Reykjavik (distante circa 40 km) alla quale è collegato mediante autobus. Scopri in questo articolo cosa vedere in un giorno nella vivace capitale islandese. Necessaria la prenotazione, data l’alta affluenza di visitatori in qualsiasi periodo dell’anno. Non dimenticare che in estate è possibile trattenersi fino a tardi per ammirare il sole di mezzanotte, mentre in inverno, con molta fortuna, le aurore boreali.
Questo grande centro benessere si trova sulla penisola di Reykjanes, nei pressi di Grindavík nell’Islanda sud-occidentale, costituito da una grande piscina termale artificiale, una grande laguna alimentata dalla produzione di acqua dell’impianto geotermico di Svartsengi.
Le acque sono riscaldate dall’energia geotermica del sistema vulcanico Svartsengi, vengono incanalate nel sottosuolo e poi fatte scorrere per attivare delle turbine che trasformano i vortici in elettricità. Non bisogna dimenticare che in Islanda la geotermia è la principale fonte di produzione energetica.
Il flusso di acqua calda viene canalizzato verso uno scambiatore di calore che eroga acqua calda agli abitanti del luogo e la spinge anche nella laguna a una temperatura di 37-39 °C che rimane costante tutto l’anno.
Un colore particolare
Il colore blu delle acque della Laguna è dovuto alla presenza di silice, calcare, zolfo, cloruro, calcio, zolfo, carbonato, magnesio e alghe verdi-azzurre che non vengono mai disinfettate con agenti chimici e si rinnovano completamente entro 48 ore.
Nel biglietto di ingresso è compresa anche una maschera al fango di silice: si può raggiungere un capanno direttamente dall’acqua dove viene fornito il materiale da spalmare sulla pelle ed è molto buffo vedere le persone fare il bagno con il viso completamente bianco per la silice.
La nostra esperienza nella struttura termale
La struttura è molto semplice e perfettamente integrata nel paesaggio circostante, sono stati utilizzati infatti materiali da costruzione come il legno e la lava che contribuiscono a creare un bellissimo contrasto. Dal parcheggio fino alla reception del centro termale si snoda infatti un sentiero pedonale costeggiato da cumuli di lava e scure rocce vulcaniche che creano una splendida atmosfera suggestiva.
Presto si incontra un ampio deposito bagagli, dove abbiamo lasciato le nostre valigie dal momento che eravamo successivamente diretti in aeroporto. Poi si incontrano anche altri armadietti più piccoli all’interno degli spogliatoi dove lasciare i propri effetti personali prima di fare la doccia necessaria per accedere agli impianti.
Si trovano anche due hotel, un ristorante, un negozio, un bar interno alla piscina dove prendere uno snack o qualcosa da bere e una caffetteria dove abbiamo pranzato con un sandwich. Mediante il braccialetto elettronico fornito all’ingresso, è possibile effettuare comodamente qualsiasi acquisto per poi saldarlo al momento dell’uscita dalla struttura.
Le aree relax non sono molto ampie e sono comunque piuttosto freschine per una persona freddolosa come me! Abbiamo passato infatti la quasi totalità del tempo all’interno dell’acqua piacevolmente calda della piscina, dove ho sempre indossato un cappello di lana a coprire la testa (non è obbligatorio indossare la cuffia). Fortunatamente si può accedere alla piscina anche da un percorso interno, limitando notevolmente l’impatto con l’aria fredda esterna.
Sono presenti anche delle saune e bagni turchi dei quali non abbiamo usufruito, sempre per il freddo, perché era necessario uscire dall’acqua della piscina per poterli raggiungere (non c’era un percorso diretto interno) e non credo che sarei sopravvissuta alla passeggiata all’aperto in costume. C’erano comunque moltissimi turisti e locali che uscivano dalla piscina e si trattenevano all’aperto indossando solo l’accappatoio per poi stendersi sui lettini esterni…totalmente impensabile per me!
Sei mai stato in una spa all’aperto? Nuoteresti in una piscina all’aperto in pieno inverno? Fammelo sapere nei commenti!