San Fruttuoso: questa la nostra meta che ci prefissiamo di raggiungere in una calda e assolata mattinata di maggio.
Oltrepassiamo Santa Margherita Ligure e parcheggiamo l’auto sul lungomare in corrispondenza della discoteca Covo di Nord Est. L’idea è quella di prendere l’autobus che in pochi minuti dovrebbe portarci nel paese di Portofino che abbiamo scelto di non raggiungere in auto per evitare di avere problemi nella ricerca di un (costoso) parcheggio. Per poco tempo non riusciamo a salire sull’autobus e, dato che dovremmo attendere l’arrivo della successiva corsa disponibile, decidiamo di incamminarci per raggiungere Portofino a piedi.
La passeggiata è piacevole, nella prima parte dobbiamo costeggiare la strada seguendo un piccolo e stretto sentiero pedonale ricavato sul lungomare, dove costeggiamo un mare limpido e davvero molto invitante, vediamo già diverse persone stese a prendere il sole o ad avventurarsi nell’acqua che immagino ancora fredda.
La Passeggiata dei Baci
Nella seconda parte prendiamo una scaletta sulla destra che ci permette di salire sul lato della montagna dove si snoda la cosiddetta Passeggiata dei Baci, come viene indicato dal cartello all’inizio del percorso.
Un percorso semplice e rilassante da cui si gode di uno splendido panorama sulle baie che si susseguono a ogni curva della strada, come la Baia di Paraggi e la Baia di Niasca. Ce la prendiamo comoda e dopo circa 45 minuti cominciamo a vedere le prime casette di Portofino e scendiamo sulla sinistra dove ci ritroviamo subito in mezzo a negozi di abbigliamento e ristoranti di pesce.
L’arrivo a Portofino
Quando arriviamo nella Piazzetta ci attardiamo a fare foto al porticciolo e agli edifici dai colori tipici, ci rendiamo conto che il sole è già piuttosto alto e che la nostra camminata verso l’Abbazia di San Fruttuoso sarà accompagnata dal sole a picco sopra le nostre teste.
La salita verso San Fruttuoso
Un po’ pentiti per non aver preso l’autobus che ci avrebbe fatto guadagnare molto tempo, oltrepassiamo Portofino che sono quasi le 11, puntando verso le montagne alle sue spalle. Dopo una prima salita piuttosto intensa, oltre che per la pendenza, per il caldo sole di maggio, il percorso prosegue tranquillo accompagnato da vedute su un mare bellissimo attraverso pinete profumate.
L’ultima parte torna a farsi più faticosa, gli alberi si diradano, il sole ci fa sudare, ma quando scorgiamo la splendida baia di S.Fruttuoso di Capodimonte ritroviamo le energie e ci precipitiamo verso l’Abbazia. L’idea è quella di fare un bel bagno ristoratore, abbiamo portato costume e asciugamano, ma d’accordo con i nostri amici prima mangiamo i panini che ci siamo portati. Rimpiangiamo un po’ la scelta dei panini, visto che intorno all’Abbazia ci sono dei ristorantini che sembrano deliziosi e il profumo di pesce e buon cibo ci farebbe venire voglia di ordinare qualcosa.
Subito dopo mangiato il sole che tanto ci aveva fatto penare, scompare improvvisamente coperto da una coltre di nubi che non se ne andrà per il resto del giorno. Dobbiamo indossare di nuovo le felpe e rinunciare a quello che sarebbe stato il primo bagno della stagione.
Scendiamo verso l’Abbazia oggi in gestione da parte del FAI, il Fondo Ambiente Italiano, che davanti a sé ha una spiaggetta affollata di turisti e un mare pulitissimo, alle spalle monti e pini in mezzo ai quali svetta la Torre dei Doria.
L’Abbazia risale all’anno Mille, ma la leggenda narra che il Vescovo Fruttuoso, morto sul rogo insieme ai diaconi Eulogio e Augurio, apparve in sogno a cinque monaci per indicargli il luogo nel quale dovevano essere sepolti i suoi resti. Questo luogo doveva avere le seguenti caratteristiche: un drago feroce, una caverna e una limpida fonte d’acqua.
I monaci guidati arrivarono proprio sugli scogli di Capodimonte, dove trovarono il drago affrontato e sconfitto dall’angelo che li guidava, oltre agli altri due segni. La leggenda si ispira a fatti reali: Fruttuoso era il vescovo di Terragona, la sorgente d’acqua era conosciuta dai naviganti come punto di rifornimento, la leggenda del drago era diffusa forse per ostacolare tutti quelli che si volevano rifornire di acqua.
Inizialmente furono i monaci greci a costruire qui la prima comunità che presto venne affidata ai Benedettini e ingrandita tra il XII e il XIII secolo, quando la Famiglia Doria adibì a tomba di famiglia una sala dell’abbazia.
Successivamente il complesso di San Fruttuoso di Capodimonte diventò dimora di pescatori, quindi di pirati che si rifugiavano in questa baia, poi proprietà per secoli della Famiglia Doria. Per volontà di Andrea Doria, che nella battaglia di Lepanto nel 1571 sconfisse i Turchi, e dei suoi successori, fu costruita la grande torre per meglio controllare la baia dalle incursioni dei pirati.
Nel 1933 lo stato italiano iniziò i lavori di restauro del complesso di San Fruttuoso, che venne donato al FAI nel 1983 dalla famiglia Doria Pamphili, insieme a 33 ettari di terra.
Proprio in questa baia si trova il famoso Cristo degli Abissi, una statua bronzea collocata a 10 metri di profondità che raffigura Gesù con le mani protese verso l’alto per commemorare le vittime del mare. La statua è visibile durante un’immersione subacquea, ma in alcune occasioni l’acqua del mare è così limpida che si può avere la possibilità di vederlo anche dalla superficie, raggiungendo l’area con una piccola imbarcazione.
Sono in molti quelli che decidono di raggiungere in barca l’area dell’Abbazia, su questo sito si trovano tutte le località e gli orari di partenza e a nostra volta decidiamo di prendere il traghetto per rientrare a Portofino. Il meteo è cambiato drasticamente, siamo infreddoliti e stanchi per poter affrontare nuovamente il percorso nella pineta, seppur bellissimo. Il tragitto in barca è molto interessante e siamo contenti di aver scelto di compiere lo stesso percorso da una nuova angolazione, vediamo l’Abbazia che si allontana e le coste, ripide e rocciose, mentre ci dirigiamo verso Portofino.
lntravediamo il Faro di Portofino che si trova all’ingresso della sua suggestiva baia.
Osserviamo da lontano anche il Castello Brown eretto dai genovesi nel Medioevo a difesa del golfo di Portofino e dove ha vissuto il console inglese Montague Yeats Brown fino ai primi anni del XX secolo.
Attracchiamo a Portofino e ci rimettiamo in cammino per ripercorrere a piedi la Passeggiata dei Baci in senso inverso, adesso il sole, che abbiamo ormai capito che vuole ostacolarci, torna di nuovo prepotente ad accompagnarci fino al rientro. Comunque una bella conclusione di una giornata indimenticabile dove abbiamo scoperto un gioiello davvero affascinante che si può raggiungere solamente a piedi o via mare.
Ti piace fare escursioni a piedi nella natura? Nella sezione Toscana del blog puoi trovare tanti altri racconti! Conoscevi l’esistenza di questa abbazia di fronte al mare? Ti piacerebbe raggiungerla? Fammelo sapere nei commenti!